L’endometriosi è una patologia che coinvolge globalmente la salute della donna in età fertile che può avere effetti psico-fisici spesso debilitanti, fino a risultare invalidanti. È una patologia a causa multifattoriale, ormono-dipendente, tipica dell’età fertile, che può avere un andamento cronico, progressivo, recidivante che si manifesta principalmente con dolore pelvico e che può causare infertilità.
Endo-Care, insieme per prenderci cura della salute delle donne aps è un’associazione pensata e realizzata per rispondere ai bisogni e alle necessità delle pazienti affette da endometriosi. L’associazione è composta da volontari: medici e professionisti sanitari, pazienti, e attivisti che collaborano per promuovere l’importanza di un approccio multidisciplinare all’endometriosi.
Sappiamo cosa significa convivere con il dolore.
L’endometriosi colpisce 1 donna su 7 in età riproduttiva (3.000.000 soltanto in Italia), e ha la capacità di impattare in modo negativo sulla vita delle giovani in termini di qualità di vita personale e lavorativa, rischio di ospedalizzazione, danni permanenti, e di infertilità. Abbiamo visto nelle pazienti la sofferenza causata dal non riuscire a compiere le normali attività quotidiane.
Il modello Endo-Care prevede che la paziente in stato di disagio riceva gratuitamente, oltre alla visita ginecologica, una prima consulenza da parte di un medico agopuntore, di un osteopata, di una psicoterapeuta e di una nutrizionista. L’approccio multidisciplinare ha mostrato da subito risultati importanti come ampiamente supportato dalla letteratura scientifica. Ad oggi l’associazione ha potuto visitare circa duecento pazienti esclusivamente in modo gratuito.
Non bisogna dimenticare che l’endometriosi è una malattia cronica che colpisce il 10% della popolazione femminile europea in età fertile. La stima è che ne siano affette circa 14.000.000 di donne in Europa. Può manifestarsi con sintomi dolorosi fino a risultare invalidanti, e nel 30-40% dei casi può causare infertilità. Secondo gli studi circa il 35% delle pazienti che si rivolge al personale sanitario non si sente presa in carico, i sintomi aspecifici e la poca conoscenza sociale e sanitaria della malattia possono scoraggiare un’indagine accurata dei primi sintomi e quindi una diagnosi precoce. La diagnosi arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicofisiche. I centri multidisciplinari sono la strada migliore per assicurare alle donne con endometriosi cure coerenti basate sull’evidenza.
Quali sono i benefici?
Già nel 2014 e poi nel 2022 l’ESHRE (European Society of Human Reproduction and Embryology) ha presentato le linee guida per la terapia dell’endometriosi, che hanno evidenziato come la diagnosi della malattia sia prevalentemente clinica e non più chirurgica, com’era stato fino ad allora. La diagnosi deve tener conto dei sintomi della donna e dei reperti obiettivi che si ottengono da visita ed ecografia transvaginale. La chirurgia per endometriosi, deve invece essere ridotta al minimo, e va riservata a quei casi in cui la malattia è così avanzata da rappresentare un serio pericolo per la vita della donna.
Nelle stesse linee guida ESHRE vengono inoltre discussi anche i trattamenti non farmacologici, come il sostegno psicologico, la fisioterapia del pavimento pelvico, la dieta, l’agopuntura. L’approccio multidisciplinare consente una gestione appropriata e personalizzata di questa malattia multifattoriale.
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